sabato 8 dicembre 2007

L'ITALIA TRA I PAESI CHE INQUINANO DI PIU' AL MONDO

ROMA - La conferenza sul clima di Bali entra nel vivo solo ora e già è arrivata una bacchettata per l'Italia. A mettere all'indice il nostro paese sul fronte delle emissioni è stata la Ong tedesca Germanwatch: dal suo rapporto 2008 l'Italia è tra le nazioni che emettono la maggiore quantità di gas serra nell'atmosfera e, allo stesso tempo, sono dotate di politiche climatiche "insufficienti e inadeguate". L'indice elaborato dagli ambientalisti tedeschi tiene conto sia dei livelli delle emissioni che delle politiche applicate per mitigarle: l'Italia risulta al 41/mo posto della classifica complessiva, stilata sulle 56 nazioni responsabili del 90% delle emissioni mondiali, dietro anche a Cina e India. "I dati confermano che l'Italia ha bisogno di una svolta più decisa nelle politiche per il taglio delle emissioni di gas ad effetto serra e nelle azioni di contrasto ai cambiamenti climatici - ha commentato il ministro dell'Ambiente Alfonso Pecoraro Scanio commentando i dati - i ritardi accumulati negli anni scorsi pesano ancora troppo e la svolta sulle energie pulite e rinnovabili, il solare in particolar modo, e sull'efficienza energetica, avviata con la scorsa Finanziaria, é ancora troppo debole e deve essere potenziata". Il ministro ha comunque sottolineato che i dati di Germanwatch si riferiscono al 2005, mentre dal 2006 le emissioni sono in calo. Peggio del nostro paese hanno fatto in Europa solo Grecia, Irlanda e Lussemburgo, mentre i peggiori inquinatori al mondo sono in Arabia Saudita, seguiti da Usa e Australia. Primi della classe sono Svezia e Germania: nel caso dei tedeschi, che come noi sono tra i primi dieci paesi al mondo per emissioni, pesano in positivo gli sforzi fatti per ridurre i gas serra. Nei prossimi giorni la conferenza di Bali vedrà per la prima volta la partecipazione anche dei ministri dell'economia dei paesi coinvolti (per l'Italia sarà presente il sottosegretario Paolo Cento), che cercheranno di trovare un accordo che porti anche i paesi in via di sviluppo come Cina e India ad impegnarsi sulle emissioni, con questi ultimi che però chiedono in cambio di avere accesso alle tecnologie verdi occidentali:"Sarà molto difficile che si raggiunga un accordo - ha affermato all'agenzia Reuters Yvo De Boer, capo dell'agenzia dell'Onu sui cambiamenti climatici - anche se i paesi ricchi sembrano aver capito che è presto per chiedere grossi sforzi a quelli più poveri, visto che un cinese è responsabile di un quinto delle emissioni di un americano". Una possibile convergenza potrebbe essere trovata sulla proposta dell'Ue e degli Stati Uniti di offrire ai paesi in via di sviluppo le proprie tecnologie a prezzi scontati. Più difficile invece è che i ministri economici allarghino i cordoni della borsa per dare più fondi per i progetti per salvare l'ambiente, nonostante gli appelli dell'Onu:"Servono 200 miliardi di dollari l'anno - sostiene De Boer, che parafrasando Star Trek aggiunge - gli investimenti devono arrivare là dove nessuno è mai giunto prima". Ma a Bali c'é anche qualche segnale positivo: i bambini di diciassette paesi europei, australiani e del Pacifico hanno presentato i risultati del progetto 'Piccoli passi possono ottenere grandi risultati': 130mila bambini hanno deciso di camminare per andare a scuola invece di prendere l'auto, percorrendo 1,5 milioni di chilometri in un anno. Fonte: www.ansa.it

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