mercoledì 12 dicembre 2007

Guar Gum alla DIOSSINA

Ecco quanto trovato, in merito all'additivo guar gum contaminato da diossina, sul sito del Ministero della Salute.

"Una problematica emersa a fine luglio è quella relativa alla contaminazione del guar gum prodotto da una ditta Indiana. Essendo il guar gum utilizzato come additivo per prodotti alimentari, vi è stato un coinvolgimento di molti alimenti. Dopo la prima notifica di allerta, si è provveduto ad informare tutti gli Uffici di sanità marittima aerea e di frontiera,per intensificare i controlli all’importazione per la ricerca di diossina e pentaclorofenolo sul guar gum (semi, farina e altri prodotti che lo contengono) proveniente dall’India. Successivamente sono stati informati gli Assessorati alla sanità delle Regioni e Province Autonome ed invitati a predisporre un’attività di controllo o monitoraggio. Inoltre sono state informate le principali Associazioni di categoria ed invitate a dare massima diffusione della notifica di allerta, a scopo precauzionale, a tutti i loro Associati. Le indagini relative alla tracciabilità dei prodotti ottenuti dal guar gum è tuttora in corso e, solo recentemente, hanno evidenziato che una parte di alcuni prodotti finiti, sono stati esitati al consumatore. La Commissione Europea, per fronteggiare la problematica del guar gum contaminato, ha inviato agli Stati membri una apposita nota operativa sui provvedimenti da adottarsi (2007/499 add.7) . Tali modalità operative prevedono che i semilavorati o prodotti intermedi derivati dall'utilizzo di guar gum contaminato, che siano stati già utilizzati come ingredienti di alimenti, andranno sottoposti a campionamento ufficiale. Queste indicazioni sono state inoltrate a tutti gli organi competenti per il controllo ufficiale, specificando che in caso di esito sfavorevole, o di non disponibilità del prodotto per il campionamento, andrà attivato il ritiro da parte degli operatori del settore alimentare, attraverso tutta la catena commerciale. Nel caso che il prodotto sia stato commercializzato presso il consumatore, l’operatore del settore dovrà attivare il richiamo prevedendo, come previsto dalla normativa vigente comunitaria e nazionale, comunicati di informazione anche attraverso i media. Le autorità sanitarie territorialmente competenti dovranno verificare l’avvenuta applicazione di quanto sopra esposto."

Quello pubblicato è solo un estratto del documento relativo all'additivo in questione, per leggere l'informativa completa cliccare qui.

Fonte: Ministero della Salute

Diossina nei cibi: cronaca di un lungo allarme

4 ottobre 2007. Diossina nel cibo: dagli yogurt ai gelati, dalla maionese ai surgelati, dagli integratori dietetici ai prodotti senza glutine. L’agente cancerogeno è finito nei nostri piatti per un periodo lunghissimo: da quanto ha ricostruito Il Salvagente, circola per l’Europa da almeno due anni. Sono potenzialmente a rischio i prodotti che contengono l’additivo addensante guar gum (indicato anche come farina di guar, o con la sigla E412) importato dall’India, e in particolare dall’industria chimica India Glycols. L’allarme Il 25 luglio scorso, la Commissione europea ha scoperto la diossina in 117 lotti di guar gum, importati in Europa dall’azienda svizzera Unipektin. A oggi, ispettori della Commissione sono in missione India, per comprendere a fondo la natura e le dimensioni della crisi. Nel frattempo, però, si accavallano notizie sempre più allarmanti. Che smentiscono, e superano, il primo allerta europeo. Il Salvagente ha scoperto che il guar gum con la diossina non è limitato a 117 partite. Non è stato importato solo in Svizzera. E circola anche per l’Italia. Lo confermano i dati di Unipektin: l’importatore elvetico, che si è trovato nell’occhio del ciclone, ha condotto analisi su campioni delle importazioni degli ultimi due anni. Con risultati sconcertanti. Il direttore di Unipektin, Bruno Jud – intervistato dal Salvagente – rivela che tutte le analisi hanno mostrato la presenza di diossina, anche in quantità superiori a quelle scoperte dalla Commissione europea. Anche in Italia Il guar gum incriminato è arrivato anche in Italia: lo rivela il dirigente di un grande laboratorio di analisi, e lo conferma il ministero della Salute. Un carico contaminato, inoltre, è approdato a giugno nel porto di Genova. E’ già stato distribuito alle aziende alimentari, tranne una parte, sottoposta ad analisi. Nei giorni scorsi, il ministero ha divulgato i risultati, che evidenziano tracce di sostanze contaminanti. Non è stato reso noto, però, quanti e quali prodotti contengono l’additivo alla diossina. In ogni caso, dal ministero assicurano che le Regioni che “stanno procedendo al rintraccio sul territorio nazionale di tale partita”. I consumatori, come al solito, vengono lasciati all’oscuro. Ritiri in mezza Europa Nel resto d’Europa, invece, il meccanismo di salvaguardia è scattato subito, e l’opinione pubblica ha percepito immediatamente l’emergenza. Fin dai primi giorni di agosto, le principali multinazionali si sono attivate per rintracciare l’additivo a rischio, ritirando i prodotti dai supermercati. Dalla Spagna all’Ungheria, dalla Svizzera alla Finlandia, la sirena d’allarme ha suonato con forza, anche sui giornali. Il ministero della Salute ungherese, ad esempio, per precauzione ha ordinato il sequestro di una quarantina di marchi, coinvolgendo alcuni nomi celebri: Danone, Coca Cola, Ceres… In Romania, una filiale del gruppo Danone ha interrotto la produzione di yogurt alla frutta (che in seguito, però, è stato giudicato esente da rischi). In Finlandia, il maggiore produttore di dolciumi, Valio, ha ritirato dal mercato 30mila cartoni di crema da cucina, avviando analisi accurate, e scoprendo la diossina nei prodotti confezionati già a partire da aprile. Notizie col contagocce In Italia, invece, le informazioni arrivano col contagocce: tutto succede al riparo dai riflettori. Il ministero ha diramato due circolari: la prima, diffusa il 14 agosto e destinata a Fedechimica e Federalimentare, era un generico invito a effettuare controlli. La seconda, datata 30 agosto e rivolta anche ai farmacisti, agli erboristi, e in genere ai commercianti e agli artigiani, ribadisce e sottolinea l’allarme, ha un tono più perentorio, e introduce un nuovo elemento di inquietudine: alcuni prodotti – cibi dietetici e integratori alimentari - sono più a rischio di altri. Infatti, negli yogurt e nei gelati, la percentuale di guar è relativamente bassa. Il pericolo per la salute, quindi, è legato soprattutto all’assunzione per un tempo prolungato, attraverso un’ampia varietà di prodotti. Ma in commercio, fra gli scaffali dedicati al “benessere”, si trovano pasticche, bevande, integratori dietetici, che sono addirittura a base di guar. Il carico di diossina potrebbe essere impressionante. Fonte: Il Salvagente

sabato 8 dicembre 2007

L'ITALIA TRA I PAESI CHE INQUINANO DI PIU' AL MONDO

ROMA - La conferenza sul clima di Bali entra nel vivo solo ora e già è arrivata una bacchettata per l'Italia. A mettere all'indice il nostro paese sul fronte delle emissioni è stata la Ong tedesca Germanwatch: dal suo rapporto 2008 l'Italia è tra le nazioni che emettono la maggiore quantità di gas serra nell'atmosfera e, allo stesso tempo, sono dotate di politiche climatiche "insufficienti e inadeguate". L'indice elaborato dagli ambientalisti tedeschi tiene conto sia dei livelli delle emissioni che delle politiche applicate per mitigarle: l'Italia risulta al 41/mo posto della classifica complessiva, stilata sulle 56 nazioni responsabili del 90% delle emissioni mondiali, dietro anche a Cina e India. "I dati confermano che l'Italia ha bisogno di una svolta più decisa nelle politiche per il taglio delle emissioni di gas ad effetto serra e nelle azioni di contrasto ai cambiamenti climatici - ha commentato il ministro dell'Ambiente Alfonso Pecoraro Scanio commentando i dati - i ritardi accumulati negli anni scorsi pesano ancora troppo e la svolta sulle energie pulite e rinnovabili, il solare in particolar modo, e sull'efficienza energetica, avviata con la scorsa Finanziaria, é ancora troppo debole e deve essere potenziata". Il ministro ha comunque sottolineato che i dati di Germanwatch si riferiscono al 2005, mentre dal 2006 le emissioni sono in calo. Peggio del nostro paese hanno fatto in Europa solo Grecia, Irlanda e Lussemburgo, mentre i peggiori inquinatori al mondo sono in Arabia Saudita, seguiti da Usa e Australia. Primi della classe sono Svezia e Germania: nel caso dei tedeschi, che come noi sono tra i primi dieci paesi al mondo per emissioni, pesano in positivo gli sforzi fatti per ridurre i gas serra. Nei prossimi giorni la conferenza di Bali vedrà per la prima volta la partecipazione anche dei ministri dell'economia dei paesi coinvolti (per l'Italia sarà presente il sottosegretario Paolo Cento), che cercheranno di trovare un accordo che porti anche i paesi in via di sviluppo come Cina e India ad impegnarsi sulle emissioni, con questi ultimi che però chiedono in cambio di avere accesso alle tecnologie verdi occidentali:"Sarà molto difficile che si raggiunga un accordo - ha affermato all'agenzia Reuters Yvo De Boer, capo dell'agenzia dell'Onu sui cambiamenti climatici - anche se i paesi ricchi sembrano aver capito che è presto per chiedere grossi sforzi a quelli più poveri, visto che un cinese è responsabile di un quinto delle emissioni di un americano". Una possibile convergenza potrebbe essere trovata sulla proposta dell'Ue e degli Stati Uniti di offrire ai paesi in via di sviluppo le proprie tecnologie a prezzi scontati. Più difficile invece è che i ministri economici allarghino i cordoni della borsa per dare più fondi per i progetti per salvare l'ambiente, nonostante gli appelli dell'Onu:"Servono 200 miliardi di dollari l'anno - sostiene De Boer, che parafrasando Star Trek aggiunge - gli investimenti devono arrivare là dove nessuno è mai giunto prima". Ma a Bali c'é anche qualche segnale positivo: i bambini di diciassette paesi europei, australiani e del Pacifico hanno presentato i risultati del progetto 'Piccoli passi possono ottenere grandi risultati': 130mila bambini hanno deciso di camminare per andare a scuola invece di prendere l'auto, percorrendo 1,5 milioni di chilometri in un anno. Fonte: www.ansa.it

giovedì 6 dicembre 2007

CONTRO LA NUOVA BASE U.S.A. A VICENZA!

Il Comitato per la Difesa del Territorio ed i Centri Sociali Autogestiti “Dordoni” e “Kavarna” di Cremona, si uniscono alla lotta contro la politica bellicista del governo italiano e portano solidarietà alla cittadinanza vicentina mobilitata contro i primi lavori per l’installazione della nuova base U.S.A. SABATO 15 DICEMBRE 2007 MANIFESTAZIONE EUROPEA A VICENZA CONTRO LA NUOVA BASE U.S.A. A VICENZA! PER IL RITIRO DELLE TRUPPE DA TUTTI I FRONTI DI GUERRA! AL FIANCO DEI POPOLI CHE LOTTANO CONTRO L’OCCUPAZIONE PER UNA SOCIETA’ SENZA VIOLENZA DELL’UOMO SULL’UOMO! CONTRO LE SPESE MILITARI PER FINANZIAMENTI A PREVIDENZA SOCIALE, ISTRUZIONE E SANITA’! ORE 9:30 PARTENZA PULLMAN DA CREMONA PIAZZALE FORO BOARIO DI FRONTE AL CSA DORDONI per adesioni telefonare al 3343270422 SABATO 8 DICEMBRE 2007 – ore 20 CENA DI AUTOFINANZIAMENTO per le spese del viaggio a Vicenza + proiezione della puntata di REPORT “L’ALTRO TERRORISMO” presso il CSA KAVARNA - via Maffi 2, zona Cascinetto (CR) c.i.p. Cremona 05/12/ Clicca qui per leggere l'articolo completo.

sabato 24 novembre 2007

Inquinamento, tutti tremano

SIRACUSA - Nove persone su dieci si sentono esposte a rischio ambientale e per sei su dieci è come vivere su una bomba pronta ad esplodere. Il 60% dei genitori preferisce che i loro figli fuggano via lontano, anzichè convivere con la paura che si ammalino o addirittura muoiano per effetto degli agenti chimici. E' quanto emerge dal rapporto commissionato dal Comune di Melilli a "Meta comunicazione" e condotto su un campione (615 tra uomini e donne dai 18 ai 65 anni) della popolazione di Augusta, Priolo, Melilli, il polo petrolchimico più grande d'Europa. Lo studio "Nascere, vivere e morire in una zona ad alto rischio ambientale", rivela che l'inquinamento viene vissuto come un rischio incombente, che coinvolge tutti, dall'88% della popolazione, soprattutto bambini, anziani, malati (6,1%) o chi lavora a stretto contatto con le sostanze inquinanti (4,3%). Il 44,5% sostiene che rispetto a dieci anni fa nel territorio il rischio di inquinamento sia maggiore perché non si è fatto nulla (interventi, leggi, controlli), a cui si aggiunge il 16,7% che li ritiene maggiori perchè le aziende e i loro prodotti sono più inquinanti. L'argomento della sofferenza del territorio e dei pericoli per i suoi abitanti è comunque tema di discussione abituale nella metà delle case della zona (47,8%), mentre il 40,7% dice che se ne parla solo in modo saltuario. Ma cosa li tiene legati ad un territorio che presenta elevati livelli di rischio per l'ambiente e la salute della popolazione? Il 51,2% continua a viverci per necessità (lavoro,studio, famiglia), a cui si aggiunge il 5,7% che non saprebbe dove altro andare. Solo il 41,1% ha risposto "è la mia terra". Per il 45,4% serve un intervento radicale, volto a bonificare il territorio da rifiuti e sostanze tossiche. Non basta, serve maggiore vigilanza sulle aziende e sulle loro attività, perché non continuino ad inquinare (34,6%), ma bisogna intervenire sulle grandi aree industriali dimesse (25,2%). Sono poi in molti a chiedere che si chiudano o si spostino le industrie a rischio (22,3%) o che si proceda a riconvertire l'attività delle industrie a rischio (18,1%). "Noi amministratori - dice Giuseppe Sorbello, sindaco di Melilli - abbiamo il dovere di capire quali sono le convinzioni dei cittadini, le loro paure e i loro disagi". Fonte: La Sicilia.it 23/11/2007

venerdì 23 novembre 2007

L'EUROPA FA IL PUNTO

L’EUROPA FA IL PUNTO IL BLOG DI STEFANO MONTANARI - venerdì 23 novembre 2007

mercoledì 14 novembre 2007

Prc: Sigonella dietro i casi di leucemia e linfomi a Lentini?

Santo Liotta, Giovanni Russo Spena e Francesco Martone

Con un'interrogazione parlamentare ai Ministri dell'ambiente, della sanità e della difesa, tre senatori di Rifondazione Comunista chiedono un'indagine tecnico-scientifica per appurare la natura dell'inquinamento ambientale in rapporto all'elevato numero di bambini morti per leucemie registrato nella provincia di Siracusa. Tra le ipotesi più accreditate l'emissione di radioattività a seguito di alcuni incidenti ad aerei delle forze armate USA di stanza nella base di Sigonella.

LIOTTA, RUSSO SPENA, MARTONE - Ai Ministri dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, della salute e della difesa - Premesso che:

in provincia di Siracusa nella zona nord, nei comuni di Lentini, Carlentini e Francofonte, i bambini muoiono di tumore con tassi più elevati che in ogni altra zona d'Italia, in particolare leucemie e linfomi, con caratteristiche totalmente diverse dalla situazione già conosciuta di Augusta, Priolo e Gela, così come riportato da una recente inchiesta giornalistica sulla rivista "Left-Avvenimenti", n. 35 del 31 agosto 2007;

il fenomeno sta divenendo sempre più preoccupante, perché si sta consolidando e moltiplicando la mortalità e l'incidenza di tumori del sangue, così come accertato e documentato nell'Atlante "mortalità per tumori" (volume 2) realizzato dall'Azienda sanitaria locale n. 8 di Siracusa, con il contributo scientifico dell'Università di Catania;

tale rapporto dell'ASL 8 ipotizza una causa di inquinamento determinata dalla presenza sul territorio di «discariche illegali di scorie radioattive. Infatti le radiazioni ionizzanti sono associate ad un aumento di rischio per leucemie e possono avere due origini: origini nucleari, per disintegrazione di radionuclidi naturali come il radon o per disintegrazione di radionuclidi artificiali come nel caso delle centrali nucleari o delle bombe»;

la zona colpita ricade in prossimità dell'insediamento militare NATO di Sigonella, zona nella quale negli anni '80 si sono registrati due gravi incidenti di aerei militari coperti da segreto di Stato: il 12 luglio 1984, alle ore 14,45 precipitò un aereo americano, un quadrigetto Lockheed C141B "Starlifter" dell'US Air Force, con un carico di 44 tonnellate, e nel giugno del 1985 un altro velivolo dell'aviazione americana, in volo verso la base di Sigonella, perse quota sulla zona di Lentini. In entrambi i casi furono interdette le inchieste della magistratura, la viabilità e mobilità di mezzi e persone fino alla rimozione di tutti i resti dei velivoli di cui, allora ed oggi, non sappiamo che cosa trasportassero. Sono state scoperte da parte della Direzione investigativa intimafia discariche abusive di rifiuti tossici, con il coinvolgimento di ditte prestanome dei gruppi mafiosi catanesi di Santapaola-Ercolano, che smaltivano anche per la base di Sigonella;

le famiglie dei bambini deceduti hanno promosso con coraggio e alto senso civico l'associazione "Manuela-Michele", che dal 1991 si batte per far luce sul gran numero di bambini deceduti in loco a causa della leucemia, e che ha presentato una denuncia alla Procura della Repubblica di Siracusa, sollecitando un'indagine sulla concreta possibilità che i numerosi casi di leucemia possano essere causati dalla commissione di reati contro l'ambiente, con inquinamento delle falde freatiche e dei terreni, ovvero dalla presenza di radioattività nociva nel triangolo Lentini, Carlentini, Francofonte,

si chiede di sapere:

se il Ministro dell'ambiente e il Ministro della salute non ritengano urgente e necessaria un'indagine tecnico-scientifica per appurare il nesso eziologico e la natura dell'inquinamento ambientale in rapporto all'elevato numero di bambini morti per leucemie registrato nella provincia di Siracusa nel triangolo Lentini, Carlentini, Francofonte;

se il Ministro della difesa intenda rimuovere il segreto di Stato, documentando alla magistratura di Siracusa ed agli altri Ministri in indirizzo natura e composizione dei carichi distrutti nei due incidenti di aerei militari e in tutti i casi di velivoli militari precipitati dagli anni '80 ad oggi, nonché dei rifiuti smaltiti dalla base militare NATO di Sigonella nelle discariche abusive gestite dai clan mafiosi Santapaola-Ercolano, ovvero che cosa, come e dove vengano smaltiti i rifiuti catalogati come tossici e nocivi della base NATO di Sigonella.

Roma, 13 settembre 2007

Fonte: http://www.terrelibere.org

martedì 30 ottobre 2007

Petrolchimico Priolo, stop al degrado

ROMA - Firmati oggi, dal ministro dell' Ambiente Alfonso Pecoraro Scanio, i due decreti che sbloccano le opere di bonifica, lungamente attese, per l'area del Polo petrolchimico di Priolo, in Sicilia. Si tratta di lavori che interessano circa 300 ettari di territorio fortemente degradato. Le opere saranno realizzate in situ e con tecniche assolutamente innovative, rispettose della sicurezza dei lavoratori e in grado di garantire la tutela del territorio, anche grazie ad analisi di rischio e monitoraggi periodici. La bonifica consentirà di abbattere le forti contaminazioni riscontrate nel sottosuolo attraverso metodologie a basso impatto ambientale e con costi certamente minori rispetto ad altre metodologie. "L'accordo raggiunto per l'avvio di questa bonifica - ha affermato il ministro Pecoraro Scanio - non solo mette fine alle polemiche dei mesi scorsi ma è anche la tangibile conferma del nostro impegno per il ripristino di aree fortemente degradate. Il ministero dell'Ambiente ha scelto di investire sulle bonifiche perchè consentono di restituire alla collettività - ha detto ancora il ministro - territori con ecosistemi compromessi e che spesso causano forti preoccupazioni anche per la salute dei lavoratori e dei cittadini. Il rilancio di un piano nazionale per le bonifiche è un impegno che ho assunto e che concretamente stiamo realizzando. I due decreti per Priolo vanno esattamente in questa direzione". Il progetto approvato ha però un valore aggiunto fondamentale. "I lavori previsti - ha aggiunto Pecoraro - non solo consentiranno interventi a tutela dell'ambiente e della salute di chi lavora e vive nell'area, ma garantiranno anche il contemporaneo prosieguo delle attività produttive esistenti e l'avvio di nuove realtà economiche e produttive attese sul territorio con evidenti benefici per la collettività". Fonte: La Sicilia.it 30/10/2007

lunedì 29 ottobre 2007

LA PATRIA DEI FURBI
IL BLOG DI STEFANO MONTANARI - lunedì 29 ottobre 2007

mercoledì 10 ottobre 2007

Palazzo Chigi, riunione sul petrolchimico Priolo

ROMA - Si è svolto oggi presso la presidenza del Consiglio, dipartimento per lo sviluppo delle economie territoriali (Diset), un incontro finalizzato alla verifica degli aspetti amministrativi-autorizzativi necessari a dare attuazione all'Accordo di Programma per la qualificazione e reindustrializzazione del Polo petrolchimico di Priolo. È quanto si legge in una nota diffusa da Palazzo Chigi. Come deciso nell'ultimo incontro tenutosi a Palazzo Chigi il 19 luglio scorso - presieduto dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Enrico Letta e al quale ha partecipato il Ministro dello Sviluppo Economico, Pierluigi Bersani - la questione attiene alle autorizzazioni amministrative per realizzare le bonifiche necessarie affinchè le aree siano disponibili e utilizzabili per nuovi insediamenti industriali. All'incontro di oggi hanno partecipato rappresentanti della presidenza del Consiglio e dei ministeri dell'Ambiente e dello Sviluppo Economico; della Regione Sicilia, della Provincia di Siracusa, dei Comuni di Siracusa, Melilli, Augusta e Priolo; e dell'Associazione industriali. Per le aziende sono intervenuti rappresentanti della Syndial, dell'Eni, della Erg, della Polimeri Europa e della Sasol Italy. Nel corso della riunione sono state evidenziate le difficoltà incontrate per procedere speditamente alle bonifiche delle aree e alla messa a disposizione delle stesse per nuovi insediamenti a partire dalle aree prioritarie su cui ci sono richieste di aziende industriali. Vi sono stati approfondimenti e chiarimenti tra Amministrazioni e aziende.

Per accelerare i tempi, il ministero dell'Ambiente ha avanzato la proposta, integrata e accettata dai partecipanti, di definire un accordo complessivo sulla bonifica dell'area operando con tutti i soggetti interessati - e principalmente con Syndial ed Erg - per giungere entro un mese a un progetto di bonifica condiviso tra amministrazioni e aziende, da approvare.
Questo permetterà, come sperimentato in altri siti, di avviare concretamente sia le azioni di bonifica del suolo, sia l'utilizzo delle aree prioritarie (SG14 e D2) per far partire i nuovi insediamenti industriali, come sollecitato anche dal Ministero dello Sviluppo Economico. Un nuovo incontro per la verifica finale dell'accordo per le bonifiche si terrà entro la fine di ottobre, presso la presidenza del Consiglio. Soddisfatti gli amministratori a Siracusa. "Siamo soddisfatti per l'esito della riunione sull'Accordo di programma per la chimica tenuta stamattina a Roma alla Presidenza del consiglio dei ministri". Dicono il sindaco di Siracusa, Giambattista Bufardeci, e l'assessore alla Protezione civile, Vincenzo Vinciullo. "Abbiamo sgomberato il campo dagli equivoci - commenta l'assessore Vinciullo - e abbiamo chiarito che i ritardi sono stati dovuti al sistema delle imprese perchè le autorizzazioni per le bonifiche sono pronte da 18 mesi. Siamo usciti dalla fase della inoperosità per entrare, finalmente, in quella della progettazione. Adesso la palla passa alle aziende che devono presentare i piani di bonifica al ministero dell'Ambiente per l'approvazione, un percorso che si concluderà con la riunione del 29 ottobre. Poi passeremo alla fase operativa".

Fonte : La Sicilia.it 27/09/2007

venerdì 5 ottobre 2007

AMBIENTE, CON STANDARD USA NECESSARI 5 PIANETI

LONDRA - Lo "sviluppo sostenibile" può essere stato al centro dei discorsi di molti politici in questi ultimi tempi ma, secondo un recente studio, il paese dove lo si può vedere realizzato è uno solo: Cuba. Una ricerca del Global Footprint Network, ripresa dal settimanale britannico New Scientist, ha infatti messo a confronto le condizioni di vita (in termini di Pil individuale, istruzione, sanità, aspettativa di vita, ecc.) di 93 paesi con la loro "impronta ecologica", un indice che misura l'impatto ambientale dello stile di vita di una determinata nazione. Lo studio, che sarà pubblicato sulla rivista Ecological Economics, fa parte della ricerca più vasta su 150 Paesi che viene presentata nel giorno del debito ecologico mondiale, domani. I risultati sono stati, in larga misura, quelli attesi: i paesi occidentali hanno standard di vita molto elevati ma consumano troppe risorse. Gli scienziati autori della ricerca hanno addirittura calcolato che servirebbero cinque pianeti come la terra se tutta la popolazione mondiale vivesse secondo gli standard statunitensi. All'altro capo della scala, i Paesi dell'Africa, dell'America Latina e di buona parte dell'Asia consumano le risorse della Terra in proporzione sostenibile - tanto che il nostro pianeta basterebbe tranquillamente a farci vivere tutti come un cittadino, ad esempio, della Malaysia - ma gli standard di vita sono troppo bassi. L'unica nazione dove lo sviluppo sembra andare d'accordo con la sostenibilità è, sorprendentemente, il paese guidato da Fidel Castro. "I cubani - spiega Mathis Wackernagel, coordinatore dello studio - hanno alti livelli di istruzione e di aspettativa di vita, e sono stati costretti dall'embargo petrolifero ad avere una piccola 'impronta ecologica' ". "Nessuno ha il coraggio di dire cosa sia veramente la 'sostenibilita' - aggiunge lo scienziato - ma noi crediamo di averne fornita una misurazione solida". Fonte: www.ansa.it

domenica 23 settembre 2007

A Ortigia i fondi pubblici mettono le ali ai prezzi

A rilanciare ulteriormente lo sviluppo immobiliare di Ortigia, cuore antico di Siracusa e oggetto da anni di un recupero urbanistico spesso discusso, ci sarebbero l’immi­nente vendita del vecchio carce­re borbonico (quindi con la riqualificazione dello scorcio di Ortigiaa ridosso del parcheggio Talete), l’avvio dei lavori di un porto turistico per super yatch e dal 2010 l’apertura della zona di libero scambio (zdl) nel Medi­terraneo. Nel centro storico sono ancora numerosi gli edifici da ristrutturare (solo il 10% del patrimonio edilizio è stato recu­perato). In realtà, secondo alcu­ni, a Ortigia i prezzi sono alle stelle. Da oltre 20 anni i privati che vogliono investire in questo recupero (la prima legge speciale regionale è del 1976; poi segui­ta dalla 34/85 integrata nel ‘96) possono concorrere a ricevere finanziamenti a fondo perduto (pari al 70% del costo complessivo per le facciate, al 60% per le parti comuni, al 30% per gli interni entro il massimale di 585,25 euro almq).

Ortigia ha beneficiato di fi­nanziamenti europei(Piano Ur­ban che individua delle zone prioritarie di intervento). E più di recente ulteriori fondi sono stati previsti per chi investe in immobiliare a destinazione turisti­ca. Secondo alcune stime tra il ­1995 e il 2001 sono stati erogati da Regione, Stato e Ue 250 mi­liardi di lire andati per il 48% a edifici storici e chiese, per il 24% ai privati e per il resto a opere di urbanizzazione. Tutto questo ha messo il turbo al mercato im­mobiliare: fino al 1996 a Ortigia per soli 50 milioni di lire si com­prava un intero palazzo che ora vale almeno dieci volte. E se all’epoca il prezzo medio al me­tro quadrato viaggiava tra 100 e 200 mila lire oggi per immobili da ristrutturare è tra i 500 e i 700 euro mentre per quelli già ri­strutturati si arriva a 1.500 euro.

Lucilla Incorvati

Fonte: Il sole 24 ore (22/09/2007)

mercoledì 19 settembre 2007

Anche a Cremona manifestazione contro i finanziamenti agli Inceneritori

Anche Cremona risponde alla Mobilitazione Nazionale promossa dalla Rete Nazionale Rifiuti Zero per il 22 settembre con una manifestazione che si terrà in piazza del Duomo domenica pomeriggio a partire dalle 16.

(Nella foto uno dei due striscioni che abbiamo posizionato sulla facciata del Duomo di Cremona in occasione della manifestazione)

Clicca per leggere gli articoli apparsi sui quotidiani “La Cronaca” e “La Provincia“.

22 SETTEMBRE GIORNATA NAZIONALE DI MOBILITAZIONE CONTRO I SUSSIDI ALL’INCENERIMENTO

Il 22 settembre la Rete Nazionale Rifiuti Zero promuove una giornata nazionale di mobilitazione contro il persistere della truffa dei sussidi all’incenerimento. Occorre inviare al Parlamento italiano un chiaro e forte messaggio di INDISPONIBILITA’ nel continuare a subire il “dirottamento” di ingentissime somme sottratte dalle tasche dei cittadini per finanziare i gruppi dell’industria sporca togliendoli alle fonti di energia pulita e a politiche di incentivazione del compostaggio e del riciclaggio. Per questo invitiamo tutte le realtà locali a farsi carico di attività diffuse su tutto il territorio nazionale. Se non si è in grado di organizzare attività eclatanti sarà COMUNQUE UTILISSIMO anche inviare documenti alla stampa, magari convocare conferenze stampa funzionali anche alle vertenze territoriali locali, promuovere “semplici” volantinaggi, organizzare tavoli informativi ecc. NESSUNA INIZIATIVA SARA’ INSIGNIFICANTE PERCHE’ TRARRA’ FORZA DA TUTTO IL QUADRO DI ATTIVITA’ SVOLTE A LIVELLO NAZIONALE . Infatti ogni iniziativa (da segnalarci quanto prima e comunque non oltre il 20) farà parte di un ELENCO CHE INVIEREMO ALLE AGENZIE DI STAMPA NAZIONALI MA ANCHE A UN BUON NUMERO DI PARLAMENTARI E MINISTRI. Ricordiamo che è GIA’ A DISPOSIZIONE su http://ambientefuturo.interfree.it e su http://it.groups.yahoo.com/group/noinc/files UN DEPLIANT NAZIONALE CHE PUO’ ESSERE SCARICATO E UTILIZZATO DAI GRUPPI LOCALI.

Ad oggi si segnalano già molte iniziative tra le quali spiccano la MANIFESTAZIONE REGIONALE A PALERMO promossa dalle realtà siciliane del COORDINAMENTO REGIONALE “DECONTAMINAZIONE SICILIA”, una serie di attività informative programmate dal COMITATO DI MALAGROTTA di Roma in lotta contro il gassificatore che si vuol attivare anche grazie ai sussidi pubblici. Altre iniziative sono segnalate un po’ da quasi tutte le regioni italiane comprese la Sardegna, l’Abruzzo, la Calabria , la Puglia, la Campania, il Piemonte, la Lombardia , l’Emilia Romagna, la Toscana, l’Umbria, le Marche.

Fonte: http://ambientefuturo.interfree.it/

martedì 28 agosto 2007

Il Tar accoglie ricorso dei petrolieri. In Val di Noto torna l'incubo trivelle

Per il tribunale la richiesta di valutazione di impatto ambientale era arrivata in ritardo Uno dei pozzi potrà essere aperto. Il sindaco: "Andremo avanti nella nostra battaglia"

PALERMO - La Val di Noto torna nel mirino dei petrolieri. Il Tar di Catania ha accolto un ricorso della società "Panther Eureka", ridando così un parziale via libera alle trivellazioni nel territorio del barocco dichiarato patrimonio dell'umanità dall'Unesco. Pronta la reazione del sindaco di Noto, che ha annunciato battaglia contro la decisione e ha invocato nuovamente il sostegno del mondo della cultura e dello spettacolo, come era accaduto, evidentemente con un successo solo parziale, all'inizio di giugno. I giudici amministrativi hanno accolto uno dei due ricorsi presentati dalla società con sede a Ragusa, quello relativo al pozzo da aprire tra Noto e Rosolini, in contrada Zisola-Portelli. Secondo il Tar, l'assessorato regionale a Territorio e Ambiente aveva comunicato in ritardo la necessità di una valutazione di impatto ambientale, facendo così scattare il silenzio-assenso. Rigettato invece il ricorso per l'escavazione del pozzo "Gallo Sud 1". In quel caso, il tribunale ha ritenuto che la valutazione di impatto ambientale sia effettivamente necessaria per la presenza nella zona di falde acquifere e di una vasta discarica di rifiuti. Immediata la reazione di Corrado Valvo, sindaco di Noto, che non vuole trivelle nella sua zona, che contiene patrimoni artistici di grande valore. "Lotteremo ancora con più forza chiamando a raccolta la gente, come abbiamo fatto fino a oggi. Ci opporremo in tutte le sedi e continueremo con le mobilitazioni. Il nostro è un territorio nel quale è impensabile prevedere impianti petroliferi o trivellazioni industriali". Valvo ha invocato il sostegno del mondo della cultura e dello spettacolo, già arrivato in passato. In difesa del barocco del Val di Noto e contro le ricerche di petrolio nella zona si era schierato anche lo scrittore Andrea Camilleri, autore all'inizio di giugno di un appello dalla prima pagina di Repubblica che aveva raccolto in poche ore migliaia di adesioni. Anche diversi media stranieri si erano occupati della vicenda, divenuta rapidamente un caso. Il 15 giugno, il governatore della Sicilia Salvatore Cuffaro aveva annunciato la rinuncia della Panther Oil alle trivellazioni "in tutto l'abitato della città di Noto, in tutto il sito Unesco e nell'intera area di Noto Antica, oltre alla porzione di area vicina alla zona sud-est della riserva di Vendicari". Una vittoria accolta però con cautela dagli ambientalisti: il Wwf aveva subito chiesto di non lasciarsi andare a facili entusiasmi. Parole che, a poco più di due mesi di distanza, appaiono quasi profetiche. Fonte: www.repubblica.it (28 agosto 2007)

giovedì 23 agosto 2007

Apre la Discarica di Costa Gigia ad Augusta

Da domani (24 agosto 2007) i 15 comuni che fanno parte dell'Ato rifiuti Sr1 potranno smaltire i propri rifiuti solidi urbani e assimilati nella discarica sita in territorio di Augusta. La discarica è stata realizzata e sarà gestita dalla società GREENAMBIENTE, partecipata all'75% da COGEMA, società di LINEA GROUP HOLDING, la mega azienda nata dall’alleanza strategica tra le principali aziende multiservizi di Cremona(Aem S.p.A.), Lodi(AstemS.p.A.), Rovato(Cogeme S.p.A) e Pavia(Asm S.p.A.) che si occupano di servizi pubblici locali (ciclo integrale dell’acqua, gas, teleriscaldamento, ciclo integrale rifiuti, trasporti, energia elettrica, ecc.). L'impianto - ha affermato Enzo Giudice, presidente dell'Ato Rifiuti Sr1 - presenta un bacino che permetterà di smaltire, nell'arco di 6 anni, circa1.000.000 di metri cubi di rifiuti urbani e assimilabili. Per leggere l'articolo apparso su "La Sicilia" del 23 Agosto 2007 clicca qui.

Allarme Amianto in Via G. Cannizzaro a Siracusa

Onduline di Amianto accanto ai cassonetti dell'immondizia e un paio di frigoriferi dismessi in fondo a Via G. Cannizzaro a pochi metri da 2 Residence di villette bifamiliari e poco distante da condomini dove vivono decine di famiglie.Cosa aspettano gli enti preposti ad intervenire?

martedì 21 agosto 2007

TERMOVALORIZZATORI ORMAI INDISPENSABILI

AVOLA. STRA-Parla l'assessore all'ecologia Passarello. Secondo il nostro carissimo assessore gli inceneritori, o meglio come preferisce chiamarli lui, Termovalorizzatori ( impianti che con il calore valorizzano la monnezza), sarebbero l'unica vera alternativa al corretto smaltimento dei rifiuti. Nessuno ha mai detto all'assessore che oltre a bruciarli, i rifiuti, possono essere differenziati e riciclati fino a percentuali dell'80% . Nessuno gli ha mai detto che bruciare 1 tonnellata di rifiuti solidi urbani produce:
  • Una tonnellata di fumi immessi in atmosfera
  • 300 kg di ceneri “solide”
  • 30 kg di ceneri “volanti”
  • 650 kg di acqua di scarico
  • 25 kg di gesso.

Come si vede, quanto esce è maggiore dei rifiuti che entrano. Va sottolineato che molti dei prodotti di combustione emessi sono più tossici dei rifiuti da cui sono derivati.

Clicca qui per leggere le dichiarazioni del nostro carissimo e poco-informato assessore.

Articolo apparso su "Gazzetta del Sud" del 20/08/2007

mercoledì 15 agosto 2007

Mattel ritira milioni di giocattoli pericolosi

CHICAGO (Reuters) - Mattel ha annunciato oggi il ritiro di milioni di giocattoli provenienti dalla Cina a causa dei rischi provocati da alcuni potenti magneti e da una vernice al piombo utilizzati nella produzione dei giochi.

L'ordine di ritiro, il secondo annunciato recentemente dal gigante dei giocattoli made in Usa, riguarda 18,2 milioni di giocattoli magnetici a livello globale, di cui 9,5 milioni negli Usa, compresi 7,3 milioni di esemplari di pupazzi di Polly Pocket, 683.000 esemplari di Barbie e 345.000 Batman.

Sono state richiamate anche 253.000 macchinine modello Pixar "Sergente" di metallo dipinto con una vernice ad alto contenuto di piombo.

In Italia, secondo una nota, sono 30.000 i modellini di macchina "Sergente" -- distribuita ai rivenditori tra maggio e agosto 2007 -- ritirati.

Mattel Italy ha attivato un numero verde (800113711) a cui i consumatori si possono rivolgere per tutte le informazioni sul ritiro dei prodotti interessati, tra cui anche circa 500.000 giocattoli con magneti, prodotti dal 2002 fino al gennaio 2007, che non sono però più in distribuzione.

"La nostra priorità è la sicurezza dei bambini che giocano con i nostri giocattoli", spiega in una nota Emilio Petrone, vice presidente di Mattel Sud Est Europa, Medio Oriente e Africa e presidente di Mattel Italy.

"Per questo abbiamo attivato immediatamente la procedura di richiamo volontario dei prodotti che presentano certe anomalie e stiamo attivamente collaborando con le autorità e con i nostri rivenditori per rimuovere il prodotto dagli scaffali".

PERICOLI PER LA SALUTE

La Commissione statunitense per la sicurezza dei prodotti ha dichiarato che sono stati registrati tre casi di bambini che, dopo aver ingerito piccoli magneti, hanno sofferto di perforazione o blocco intestinale, che può rivelarsi letale.

Anche il piombo può avere ripercussioni sulla salute, compresi danni al cervello.

I giocattoli oggetto del richiamo sono stati prodotti da uno dei fornitori di Mattel in Cina, che ha subappaltato parte del lavoro ad un altro fornitore cinese, responsabile di aver violato gli standard ed i requisiti di sicurezza imposti da Mattel.

La notizia del secondo ritiro arriva a poche ore dal suicidio del proprietario di una fabbrica cinese al centro del primo richiamo di giocattoli dal mercato, alcuni giorni dopo che la Mattel aveva identificato la sua società come la produttrice degli articoli in questione.

Circa 1,5 milioni di giocattoli per bambini in età prescolare prodotti da Lida Toy Company, fabbrica cinese sotto contratto con l'unità della Mattel Fisher-Price, sono stati ritirati dal mercato mondiale la settimana scorsa dalla società americana a causa della vernice con quantità eccessive di piombo.

Mattel ha annunciato di stare espandendo il suo programma di test per assicurarsi che i giochi dipinti da parti terze siano sicuri prima di essere inviate nei negozi.

La società ha anche acquistato oggi una pagina di pubblicità su Wall Street Journal, New York Times e Usa Today, raffigurante tre bimbi che giocano insieme, e una lettera dell'amministratore delegato Robert Eckert indirizzata ai genitori in cui dà rassicurazioni sul livello di sicurezza dei giochi Mattel.

La notizia del nuovo richiamo ha provocando un calo del titolo Mattel, che alle 18:50 sta perdendo intorno al'1,65%, a 23,18 dollari, dopo aver toccato un minimo di 22,10 dollari.

Per maggiori informazioni sui giocattoli oggetto del ritiro in Italia cliccare qui.

Fonte: Reuters Italia

giovedì 9 agosto 2007

EMISSIONI DI BENZENE

I dati che riporto qui di seguito sono stati prelevati dal sito dell' INES (Inventario Nazionale delle Emissioni e loro Sorgenti), un registro contenente informazioni su emissioni in aria e in acqua di specifici inquinanti provenienti dai principali settori produttivi e da stabilimenti di grossa capacita presenti sul territorio nazionale

Complesso: TAMOIL RAFFINAZIONE S.P.A.

Indirizzo: PIAZZALE CADUTI DEL LAVORO 30

Regione: LOMBARDIA

Provincia: CREMONA

Comune: CREMONA - Cap: 26100

Emissione di Benzene nel 2005

12.048,7 Kg/a

Raffinerie di petrolio e di gas

Ragione sociale: ESSO ITALIANA S.R.L.

Complesso: Raffineria d'Augusta

Indirizzo: CONTRADA MARCELLINO

Regione: SICILIA - Provincia: SIRACUSA - Comune: AUGUSTA - Cap: 96011

Emissione di Benzene nel 2005

28.714,0 Kg/a

  • Raffinerie di petrolio e di gas

  • Impianti di combustione con potenza calorifica di combustione > 50 MW > 50 MW

Ragione sociale: ERG Raffinerie Mediterranee SpA

Complesso: Erg Raffinerie Mediterranee Raffineria Isab Impianti Nord

Indirizzo: STRADA PROVINCIALE ex SS 114, Litoranea Priolese km 9,5 snc

Regione: SICILIA - Provincia: SIRACUSA - Comune: PRIOLO GARGALLO - Cap: 96010

Emissione di Benzene nel 2005

24.018,4 Kg/a

Raffinerie di petrolio e di gas

Ragione sociale: ERG Raffinerie Mediterranee SpA

Complesso: ERG Raffinerie Mediterranee SpA - Raffineria Isab - Impianti Sud

Indirizzo: STRADA STATALE ex 114 km 146

Regione: SICILIA - Provincia: SIRACUSA - Comune: PRIOLO GARGALLO - Cap: 96010

Emissione di Benzene nel 2005

23.069,0 Kg/a

Raffinerie di petrolio e di gas

Ragione sociale: POLIMERI EUROPA SPA

Complesso: Stabilimento di Priolo

Indirizzo: STRADA PROVINCIALE ex S.S. 114

Regione: SICILIA - Provincia: SIRACUSA - Comune: PRIOLO GARGALLO - Cap: 96010

Emissione di Benzene nel 2005

25.400,0 Kg/a

  • Prodotti chimici organici di base (a) idrocarburi semplici (b) idrocarburi ossigenati (c) idrocarburi solforati (d) idrocarburi azotati (e) idrocarburi fosforosi (f) idrocarburi alogenati (g) composti organometallici (h) materie plastiche di base (i) gomm

  • Impianti di combustione con potenza calorifica di combustione > 50 MW > 50 MW

Fonte: http://www.eper.sinanet.apat.it/site/it-IT/

BENZENE (C6H6)

Caratteristiche

Il benzene (C6H6) è il più semplice dei composti organici aromatici. È un liquido incolore dal caratteristico odore aromatico pungente che diventa irritante a concentrazioni elevate

Il benzene è uno dei composti organici più utilizzati. Su scala industriale viene prodotto attraverso processi di raffinazione del petrolio e trova impiego principalmente nella chimica come materia prima per numerosi composti secondari, che a loro volta vengono utilizzati per produrre plastiche, resine, detergenti, pesticidi. È un costituente della benzina che, assieme ad altri idrocarburi aromatici (toluene, etilbenzene, xileni, ecc.), ne incrementa il potere antidetonante aumentandone il numero di ottano. Fu aggiunto alla benzina in ragione di alcuni punti percentuali fino agli anni '50, quando il piombo tetraetile lo rimpiazzò completamente. A seguito dell'eliminazione del piombo nelle benzine, il benzene è tornato in uso. Negli Stati Uniti, come pure in Europa, per via dei suoi effetti deleteri sulla salute, le autorità hanno posto il limite del contenuto di benzene nella benzina all'1% in volume.

Effetti sulla salute (Fonte Wikipedia)

La respirazione di aria contaminata da benzene a livelli elevati produce stati confusionali, tachicardia, mal di testa, tremore ed incoscienza; livelli molto elevati possono essere mortali. Mangiare o bere cibi contaminati da benzene può causare vomito, irritazione delle pareti gastriche, sonnolenza, convulsioni, tachicardia e morte.

Il benzene è un cancerogeno riconosciuto che danneggia in modo particolare le cellule germinali.

I più gravi effetti che si manifestano in caso di esposizione a lungo termine sono principalmente a carico del sangue. Il benzene danneggia il midollo osseo e provoca un calo del numero dei globuli rossi portando all'anemia. Può inoltre ostacolare la coagulazione del sangue e deprimere il sistema immunitario. Tra gli effetti a lungo termine rientra anche la leucemia.

Alcune donne esposte a livelli elevati di benzene per molti mesi hanno avuto anomalie nel ciclo mestruale ed una diminuzione del volume delle ovaie. Non è ancora noto se l'esposizione al benzene danneggi il feto durante la crescita e possa ridurre la fertilità maschile. Studi condotti su animali hanno dimostrato che l'esposizione al benzene durante la gravidanza porta a nascite sotto peso, ritardi nello sviluppo osseo e danni al midollo osseo dei nascituri.

È possibile misurare l'esposizione al benzene attraverso le analisi delle urine, del sangue e del fiato espirato. Nel primo caso l'analisi può essere però falsata dal fatto che i prodotti di degradazione metabolica del benzene sono gli stessi derivati dal metabolismo di altre sostanze. Negli altri due casi, le analisi vanno eseguite in tempi brevi dopo l'esposizione, dato che il benzene viene metabolizzato abbastanza rapidamente.

L'agenzia di protezione ambientale statunitense (EPA) ha fissato il limite massimo di benzene nelle acque potabili a 0,005 mg/l ed ha posto l'obbligo di denunciare versamenti accidentali di benzene nell'ambiente superiori a 10 libbre (circa 4,5 Kg).

L'agenzia statunitense per la sicurezza sui luoghi di lavoro (OSHA) pone il limite di esposizione al benzene nell'aria a 1 ppm per un massimo di 8 ore al giorno e 40 ore settimanali. In Europa il limite (TLV-TWA) è fissato a 0,5 ppm per un'esposizione prolungata e a 2,5 ppm per esposizioni non superiori ai 15 minuti.

Esposizione al benzene (Fonte wikipedia)

I lavoratori di diverse attività sono potenzialmente esposti a livelli pericolosi di benzene. Tra queste si annoverano l'industria della gomma, le raffinerie, le acciaierie, gli impianti per la produzione di carbon coke, gli impianti chimici, i calzaturifici e gli impianti petrolchimici. Si è stimato nel 1987 che negli Stati Uniti le persone potenzialmente esposte per motivi professionali al benzene fossero circa 237.000.

L'uso del benzene come antidetonante nella cosiddetta "benzina verde" ha reso il traffico urbano una delle principali fonti di inquinamento da benzene dell'aria delle città e del loro hinterland. Si calcola[1] che il traffico automobilistico sia responsabile dell'82% del benzene che inquina l'aria delle aree urbane. Tuttavia, l'esposizione maggiore al benzene da parte dell'organismo deriva da attività come verniciare e usare di solventi (34%), per il 38% dal traffico automobilistico e per il restante dall'industria. È noto[2] come, all'interno delle abitazioni, si possano raggiungere concentrazioni di benzene varie volte superiori ai limiti stabiliti per legge per l'inquinamento nelle citta.

In Italia, il decreto ministeriale del 25 novembre 1994 fissa in 10 µg/m3 di benzene l'obiettivo di qualità dell'aria da rispettare a partire dal 1999. I dati rilevati nel 2000 nelle principali città italiane si sono assestati su un livello medio di 35 µg/m3

martedì 7 agosto 2007

Chiazze petrolio in mare, allarme inquinamento nel Messinese

MILAZZO (MESSINA) - Una larga chiazza di prodotto petrolifero nello specchio d'acqua antistante la Raffineria e la centrale termoelettrica a Milazzo ha fatto scattare l'allarme inquinamento nell'area industriale. I comuni di San Filippo del Mela e Pace del Mela hanno subito chiesto spiegazioni ai gruppi industriali che operano nella zona. La Capitaneria di porto si è subito attivata, dopo la segnalazione giunta ieri pomeriggio, inviando tre unità della società 'mare pulito' che hanno completato le operazioni di bonifica all'alba di oggi, dopo oltre dodici ore di lavoro e l'impiego di una dozzina di 'spazzini del mare'. Il prodotto raccolto in quattro fusti, poco meno di trecento Kg, è stato messo a disposizione dell'autorità marittima che provvederà a farlo analizzare per cercare di risalire all'inquinatore. I dirigenti della centrale Edipower e della Raffineria hanno respinto ogni addebito. L'autorità marittima milazzese ha aperto le indagini e sta ascoltando i comandanti delle navi attraccate ai pontili della Raffineria. La Sicilia.it (07/08/2007)

lunedì 6 agosto 2007

POZZI CHIUSI, ABRUZZO ANCORA IN CRISI IDRICA

PESCARA - Manca ancora l'acqua a Pescara, Chieti e comuni limitrofi, ma non a causa della siccità: i pozzi che alimentano un'area con 300 mila residenti sono chiusi da due giorni. Vi sono state rilevate concentrazioni, superiori ai limiti consentiti, di tetracloruro di carbonio e altre sostanze tossiche. Poco distante, a Bussi sul Tirino (Pescara), nel marzo scorso è stata scoperta una discarica dove per trent'anni sarebbero stati smaltiti abusivamente rifiuti industriali. La situazione sta tornando lentamente alla normalità, anche grazie a un programma di distribuzione delle risorse idriche disponibili, ma continuano le chiamate ai Vigili del Fuoco. Gli effetti della chiusura dei pozzi si fanno sentire in diversi quartieri di Pescara, in questo periodo meta di turismo balneare: bar e ristoranti hanno chiuso i servizi igienici e devono utilizzare acqua minerale per preparare il caffé. La Prefettura ha sconsigliato di bere l'acqua del rubinetto ai residenti delle zone Villa del Fuoco e San Donato. A Chieti l'acqua è arrivata nelle case dalle 7 alle 10, tornerà dalle 19 alle 21 e alle 6; in mattinata, poi, il Comune fornirà informazioni sui nuovi orari di erogazione. Su ordine del questore, i Vigili del fuoco hanno portato acqua in alcuni hotel e al carcere. Il Comune di Francavilla al Mare (Chieti) ha acquistato 20 mila litri di acqua potabile che è stata distribuita ai cittadini gratuitamente. L'Azienda comprensoriale acquedottistica (Aca) di Pescara prevede che la situazione possa migliorare ulteriormente domani, quando è prevista una flessione della richiesta proveniente dalla zona costiera, dove nel fine settimana è stato registrato un notevole afflusso di villeggianti. Il provvedimento di chiusura dei pozzi Sant'Angelo di Castiglione a Casauria (Pescara) è stato disposto dal commissario straordinario del Bacino Aterno-Pescara, Adriano Goio, ed eseguito dal Comando provinciale del Corpo forestale dello Stato di Pescara, che da marzo indaga per il reato di avvelenamento delle acque destinate al consumo umano e disastro ambientale. L'inchiesta, coordinata dalla Procura della Repubblica, ha consentito di scoprire in un'area di nove ettari nei pressi del polo chimico di Bussi, fra la stazione ferroviaria e il fiume Pescara, circa 185.000 metri cubi di sostanze tossiche e pericolose, a una profondità di cinque-sei metri. La zona fu subito posta sotto sequestro: fra le sostanze individuate dalle analisi di laboratorio vi sono cloroformio, tetracloruro di carbonio, esacloroetano, tricloroetilene e metalli pesanti. Intanto è stato disposto l'inizio dei lavori per lo scavo di nuovi pozzi, distanti dagli attuali, e dai quali potrebbe cominciare entro un paio di settimane la captazione di circa 300 litri al secondo di acqua potabile. Fonte: www.ansa.it

sabato 4 agosto 2007

MELE marce

Roma - Non solo le polemiche, non solo l’imbarazzo in famiglia, non solo la tessera dell’Udc finita nel cestino. La «notte brava» di Cosimo Mele, il festino nell’albergo di via Veneto nella notte tra il 27 e il 28 luglio, costa all’ex deputato anche l’iscrizione nel registro degli indagati da parte della procura di Roma, che sulla vicenda ha aperto un fascicolo d’inchiesta affidato al pm Carlo Luberti. Che indaga per il reato di cessione di stupefacente.

Dopo l’interrogatorio di Francesca Z. (la squillo ricoverata per un malore forse dovuto alla cocaina al termine della nottata tra venerdì e sabato) e dell’altra ragazza che avrebbe partecipato alla «festa» con Mele nella stanza dell’hotel Flora, infatti, la posizione del parlamentare si sarebbe complicata. La seconda ragazza avrebbe confermato agli uomini della squadra mobile di Roma che durante il «festino a tre» sarebbe circolata della cocaina. E così Mele si ritrova indagato per cessione di stupefacente: secondo l’ipotesi al vaglio della procura di Roma avrebbe insomma portato lui la droga in camera, offrendola alla prostituta. Lunedì gli inquirenti cercheranno di appurare se il deputato era presente o meno al momento del consumo della coca. Per farlo, contano sulle perizie da effettuare sui reperti sequestrati nella stanza dell’albergo. Si tratta di diversi oggetti, su alcuni dei quali sarebbero presenti tracce di sostanze sospette. Che andranno analizzate dalla scientifica.

A finire sotto il microscopio, anche la «chiave» della camera del Flora, una scheda elettronica sulla quale si cercheranno residui di cocaina per capire se quell’oggetto, nella certa disponibilità del deputato ex Udc, sia stato utilizzato per preparare le «piste» da sniffare. Mele, infatti, pur ammettendo di aver passato la notte con una ragazza, ha negato fin da subito non soltanto di aver utilizzato o ceduto, ma anche visto droga nella stanza dell’albergo.

Gli investigatori, intanto, starebbero valutando di estendere le ipotesi di reato anche all’omissione di soccorso: da alcune delle testimonianze raccolte, infatti, emergerebbero incongruenze sulla tempestività dell’allarme al 118 per il malore della squillo, che per la verità si è rivelato essere molto leggero, tanto che la ragazza si è ripresa subito dopo l’arrivo in ospedale, al San Giacomo di Roma, dove è stato comunque provato che aveva assunto cocaina. Si stanno dunque svolgendo accertamenti per chiarire chi, e quando, abbia fatto materialmente la telefonata per richiedere l’intervento dei sanitari. Mele, nei giorni scorsi, ha sostenuto di aver telefonato lui stesso per far arrivare l’ambulanza in albergo. La ragazza, Francesca, invece ha raccontato in un’intervista che quella telefonata l’avrebbe fatta lei, mentre il parlamentare 50enne avrebbe cercato di toglierle il cellulare di mano per impedirle di chiedere aiuto.

Il deputato, che si è subito dimesso dall’Udc, passando al gruppo Misto, e che è assistito dagli avvocati Titta Madia e Livia Lo Turco, dopo l’ufficializzazione della sua iscrizione nel registro degli indagati preferisce replicare con «un rigoroso no comment» alla notizia. Il suo interrogatorio non è imminente: la procura lo avrebbe messo in calendario solo dopo la pausa estiva, a settembre. Ma Mele potrebbe chiedere di essere ascoltato prima. fonte: www.ilgiornale.it

venerdì 3 agosto 2007

AMMAZZARSI DI LAVORO.

Fabbrica assassina, l'Ilva uccide ancora
Un operaio di 26 anni perde la vita schiacciato dai tubi nell'azienda di Taranto. Solo ieri in Puglia quattro morti sul lavoro. La Fiom attacca: «Non è più tempo di parole vuote»
Aveva 26 anni anni, Domenico Occhinegro, l'operaio morto ieri nell'ennesimo infortunio mortale all'Ilva di Taranto. Dell'azienda Domenico era dipendente da tre anni, lavorava sodo da quando gli era stata promessa una piccola promozione, raccontano alcuni colleghi, e si sarebbe dovuto sposare il mese prossimo. E' rimasto schiacciato tra due tubi nella tarda serata martedì scorso, poco prima di finire il suo turno di lavoro. E ieri in Puglia altri tre lavoratori sono morti sul lavoro. Andrea Sindaco, 33 anni, travolto dal braccio di una pompa di calcestruzzo a Otranto. Cosimo Perrini, 60 anni, precipitato da un cantiere edile a Taranto, e Francesco P., 42 anni, investito da un piccolo trattore cingolato guidato dal figlio di 16 anni in un'azienda casearia a conduzione familiare a Copertino, in provincia di Lecce. Un vero e proprio bollettino di guerra quello delle morti sul lavoro, una piaga che cova nei meandri di un lavoro sempre più frammentato e frantumato. Quattro morti in Puglia soltanto ieri, altri quattro nel paese ieri l'altro (e sono, naturalmente, soltanto quelli che ricevono l'onore della cronaca). «Non siamo all'ultimo incidente» è la palpabile esasperazione di Mimmo Pantaleo, segretario pugliese della Cgil, nel commentare l'infortunio mortale dell'Ilva. Come dargli torto? Nell'ormai famigerato «Tubificio 2», quello di Domenico Occhinegro è il terzo incidente mortale in due anni, e non si contano gli infortuni gravi. Della dinamica dell'incidente che ha ucciso Domenico, e che non ha avuto testimoni, poco ancora si sa. Uno sciopero immediato di 24 ore è stato proclamato dalle Rsu dell'azienda, mentre la Fiom nazionale ha annunciato la possibilità di costituirsi parte civile nel procedimento giudiziario. Due inchieste sono state aperte, dalla Procura e dall'ispettorato provinciale del lavoro. Di certo si sa che Domenico, pur se giovane, non era un novizio. Assunto a tempo indeterminato tre anni fa, dopo un biennio di formazione lavoro, stava sostituendo un collega in ferie, al macchinario «cut off» dove vengono corrette le imperfezioni dei tubi di acciaio già prodotti. Dice l'azienda che Domenico si trovava, al momento dell'incidente, in una zona del reparto interdetta al passaggio degli operai. Ma padron Riva non ha mai fatto mistero della sua etica. «Confidenza, noncuranza», una certa sventatezza e negligenza dei lavoratori per farla breve, sarebbero le cause più frequenti degli infortuni che l'Ilva macina con un ritmo che fa il paio perfetto con la crescita dei profitti. L'impianto su cui lavorava Domenico è lo stesso rimasto fermo nei mesi scorsi per oltre quaranta giorni, a causa di un incendio. «Questo ha indotto la direzione a fare pressione sui lavoratori per incrementare la produzione» spiega Patrizio Di Pietro dell'esecutivo Fiom all'Ilva. E' possibile che l'operazione del macchinario non sia riuscita bene, e che Domenico abbia tentato di intervenire manualmente, spostandosi così nella zona interdetta al passaggio, forse scivolando, e così restando intrappolato sotto un tubo di sei tonnellate. Ma una quarantina di morti dal 1993 a oggi, sei morti (di cui quattro dipendenti delle ditte di appalto) e decine di feriti solo negli ultimi due anni - secondo i dati diffusi ieri dalla Uilm di Taranto - lasciano sbigottito soltanto chi all'Ilva non ci lavora. «Non è più tempo di parole - dice Franco Fiusco, segretario della Fiom - La sicurezza non può essere una definizione fine a se stessa, ma un insieme di interventi concreti in cui anche le istituzioni sono chiamate a fare la loro parte». In causa c'è la costituzione del Nucleo integrato per la sicurezza (l'organismo composto da una serie di enti preposti alla sicurezza con libero accesso in azienda) su cui ieri si è svolto un incontro in prefettura a Taranto: l'accordo è stato firmato un paio di mesi fa, ma l'ostruzionismo dell'azienda non ha permesso ancora di renderlo operativo. Anche l'atto di intesa siglato lo scorso anno tra azienda e istituzioni e mirato alle questioni della sicurezza (anche ambientale), sul lavoro non produce risultati. «La Regione Puglia è pronta a denunciare il protocollo d'intesa con la nostra più grande azienda» ha dichiarato ieri Niki Vendola, presidente della Regione. Organici minimizzati, carichi di lavoro esasperati, scarsa formazione del personale in un processo produttivo complesso e faticoso, impianti non ammodernati, relazioni sindacali al minimo, il profitto come regolatore unico e assoluto dei processi. Questa è l'Ilva raccontata da chi ci lavora. La stessa azienda in cui gli utili sono saliti del 44% l'anno scorso, con un fatturato consolidato vicino ai 10 miliardi. La stessa azienda dove persino fermarsi a bere acqua (in reparti dove le temperature superano i 50 gradi) è una conquista.
SARA FAROLFI ( IL MANIFESTO 02/08/2007)

giovedì 2 agosto 2007

Cremona e L'ambiente ( volantino del Comitato Ambiente Territorio Società)

CREMONA E L'AMBIENTE: UN CONTO APERTO PER LA PRIMA VOLTA UN INCONTRO PUBBLICO ISTITUZIONI-CITTADINI SOTTO L'INCUBO DELL'INQUINAMENTO DELLE ACQUE DELLA FALDA. A QUANDO IL CONFRONTO CON I CITTADINI PER L'INCENERITORE, L'ACCIAIERIA ARVEDI, LE INDUSTRIE A RISCHIO DI INCIDENTE RILEVANTE (RAFFINERIA TAMOIL, LIQUIGAS, SOL, ABIBES) E LE QUATTRO AUTOSTRADE CHE ASSEDIANO LA CITTA'?
VIVERE A CREMONA E' BELLO O E' UN RISCHIO PER LA SALUTE?
Ci voleva il gravissimo inquinamento delle acque della falda vicina al fiume Po, per costringere il Comune di Cremona e la Provincia di Cremona a parlare di ambiente in un pubblico confronto con i cittadini. Consigli Comunale e Provinciale aperti chiesti dalla nostra organizzazione con lettere protocollate in data 11 luglio 2007. E così le Istituzioni sono state costrette a parlare dell'emergenza ambiente a Cremona, sotto l'incubo di una delle più gravi emergenze ambientali in Val Padana causate dall'inquinamento delle acque della falda sotto la Raffineria Tamoil. Coinvolte anche le Società Canottieri sorte sulla riva del Po dove oltre 12.000 cittadini cremonesi pagano con "Euro puliti" l'uso di strutture per passare il loro tempo libero, prendere il sole, fare il bagno (fino a ieri con acque agli idrocarburi) e respirare aria al benzene, senza che nessuno si sia mai occupato di valutare l'opportunità, per la salute dei cittadini, di continuare a tenere una raffineria ritenuta industria insalubre e a rischio di incidente rilevante, a ridosso (a monte) della città di Cremona. Anzi, il Comune di Cremona in questi ultimi anni non ha neppure ritenuto utile stabilire una fascia di rispetto fra la città e la raffineria favorendo l'insediamento di abitazioni e di attività produttive vicine alla Raffineria Tamoil (542.000 tonnellate di prodotti petroliferi stoccati), industria dichiarata a rischio di incidente rilevante assieme a Liquigas, Sol e Abibes . Ma per il Comune di Cremona non è una novità. Anche a Cavatigozzi il Sindaco Bodini ha fatto costruire una palestra vicino alla Liquigas (che stocca 663 tonnellate di GPL), alla SOL (con 263 tonn. di Gas Vari) e alla Abibes (con 9.500 tonn. di GPL) e il Sindaco Corada ha completato l'opera a Cavatigozzi con nuovi campi di calcio a 350 metri da Liquigas, 250-300 nuove abitazioni al centro della zona a rischio e il raddoppio-quadruplicamento dell'inquinante Acciaieria Arvedi (industria altamente energivora e che consumerà da 800.000 a 2.300.000-4.000.000 di m3 di acqua di acquedotto e falda all'anno) a 300 metri da Cavatigozzi e da Abibes e a 50 metri da Spinadesco. Le Giunte Corada e Torchio si sono poi trovate unite nella costituzione al TAR di Broscia contro i cittadini di Cavatigozzi e Spinadesco che hanno chiesto la Valutazione di Impatto Ambientale (negata dalla Regione Lombardia) per l'ampliamento dell'acciaieria Arvedi. Eppure fino a ieri tutti hanno fatto finta di non sapere. Oggi assistiamo all'ignobile gioco dello scaricabarile, all'ignobile palleggio di responsabilità con il rischio, di fronte all'autodenuncia dì inquinamento del 2001 della Raffineria Tamoil, dì mettere a rischio oltre alla salute dei cittadini, anche i posti di lavoro perché manca un progetto concreto sul futuro di Cremona e della sua provincia. L'importante, per i nostri amministratori e per i partiti che li hanno sostenuti, è sempre stato minimizzare, nascondere, negare anche l'evidenza e soprattutto non informare i cittadini considerati evidentemente non in grado di comprendere i "veri valori dello sviluppo": ai cittadini non deve importare proprio nulla se Cremona è ai primi posti delle graduatorie nazionali per le morti per tumore. Oggi comprendiamo meglio l'esultanza del Sindaco di Cremona, Corada e del Presidente delta Provincia, Torchio, di fronte alla graduatoria del settimanale "Italia Oggi" del dicembre 2006- gennaio 2007 che poneva Cremona ai primi posti in Italia per l'ambiente grazie a piste ciclabili e raccolta differenziata, dimenticando inceneritori, raffinerie, acciaierie e quattro autostrade... Dal 1997 la Legge 137 sulle industrie a rischio di incidente rilevante (Seveso l°) impone informazione e prove di protezione civile per le popolazioni. A Cremona dal 1997 fino ad oggi 31 luglio 2007 non è mai stata fatta nessuna prova: non esiste nemmeno un progetto di delocalizzazione. Dobbiamo attendere che scoppi qualcosa per vedere i "nostri eroi" all'opera tra le macerie di Cavatigozzi? Cremona deve uscire dall'emergenza ambientale: serve un vero progetto di sviluppo sostenibile discusso e partecipato dai cittadini. Cremona, 31 luglio 2007 AMBIENTE TERRITORIO SOCIETÀ' COORDINAMENTO COMITATI NOAUTOSTRADE NOTURBOGAS COORDINAMENTO COMITATI AMBIENTALISTI LOMBARDIA xoomer. Virgilio.it/autostrade - www.noautostrade - www.comitatiambientelombardia.it - info@comitatiambiente.it

martedì 31 luglio 2007

Napoli, 28 richieste di giudizio tra cui Bassolino

La Procura della Repubblica di Napoli ha depositato negli uffici del Gip le richieste di rinvio a giudizio per 28 dei 29 indagati nell'ambito dell'inchiesta sull'emergenza rifiuti in Campania. Truffa aggravata e continuata ai danni dello Stato e frode in pubbliche forniture sono i reati ipotizzati dai pm partenopei a carico, tra gli altri, del presidente della Regione Antonio Bassolino - commissario straordinario per l'emergenza dal maggio 2000 al febbraio 2004 - di Piergiorgio Romiti e Paolo Romiti, vertici della Impregilo, affidataria dell'appalto dello smaltimento dei rifiuti. Fra i nomi degli indagati, che da oggi diventano imputati, l'ex vicecommissario, Raffaele Vanoli, l' ex sub commissario Giulio Facchi, tecnici del commissariato di Governo come Giuseppe Sorace e Claudio De Biasio, gli amministratori delegati di Fibe, Armando Cattaneo e Fisia, Roberto Ferraris. Le richieste dei pm napoletani Giuseppe Noviello e Paolo Sirleo, coordinati dal procuratore Camillo Trapuzzano, arrivano dieci mesi dopo le notifiche delle conclusioni delle indagini preliminari (che risalgono all'8 settembre del 2006). Nei giorni scorsi, il Tribunale del Riesame aveva respinto, fra l'altro, il ricorso sull'ordinanza del Gip Rosanna Saraceno: provvedimento che dispone il sequestro di 750 milioni di euro del patrimonio del gruppo Impregilo e delle controllate Fibe, Fibe Campania e Fisia Italimpianti, e che conferma l'impianto accusatorio della Procura. Le reazioni Sono moltissimi gli attestati di solidarietà giunti a Bassolino. «Chiunque lo conosca non può avere alcun dubbio sulla dedizione personale, il rigore amministrativo, il senso delle istituzioni che hanno sempre ispirato la sua azione politica e istituzionale», dice il segretario dei Ds, Piero Fassino. «Ed è stato così anche di fronte all'emergenza rifiuti - aggiunge -, affrontata dal Presidente della Regione Campania con generosità e impegno straordinari, con l'unico obiettivo di dare soluzione ad una criticità drammatica che richiama responsabilità di molti e di lungo periodo. Per questo gli siamo vicini e siamo sicuri che l'accertamento dei fatti dimostrerà l'assoluta correttezza dei suoi comportamenti e delle sue scelte». «Certamente l'evolversi della vicenda farà piena luce sulla questione rifiuti», afferma il sindaco di Napoli Rosa Russo Iervolino. «La fiducia e il rispetto per la magistratura sono massimi, ma altrettanto profonda è la convinzione dell'onestà di Bassolino. È un momento difficile e doloroso che va vissuto con il coraggio di chi crede che alla fine la verità non può che emergere». «Grande amarezza e tanta serenità», esprime invece il segretario provinciale dei Ds, Massimo Paolucci. «Antonio - sottolinea - è un galantuomo che in questi anni ha combattuto, spesso in solitudine, i signor no, gli affaristi, i camorristi. La realtà non può essere capovolta. Siamo certi che, così come accaduto in altre occasioni, verrà dimostrata la sua assoluta estraneità ai fatti che gli vengono contestati e confermata la sua indiscutibile onestà». «I Ds napoletani - conclude Paolucci - gli sono vicini con ancor maggiore affetto e immutata stima e gratitudine». «Voglio esprimere la mia piena e completa solidarietà umana e politica ad Antonio Bassolino», dice il segretario generale della Cgil Campania, Michele Gravano. «Pur rispettando profondamente il lavoro della magistratura, sono certo che le indagini confermeranno come la sua onestà e la sua dedizione alla cosa pubblica siano del tutto fuori discussione». «Da quando collaboro con il presidente della Giunta Bassolino, nella mia qualità di ho avuto modo di apprezzare l'integrità morale, la lealtà, il rigore e la trasparenza della sua azione», afferma l'assessore all'Ambiente della Regione Campania, Luigi Nocera. «È per questo che sono convinto della sua onestà e che l'inchiesta della magistratura servirà a chiarire i contorni di una delicata vicenda e la correttezza dell'operato dell'ex commissario straordinario. Piena fiducia, dunque, nel lavoro dei magistrati, ma anche in quello di Bassolino», conclude Nocera. «Ho sempre avuto e continuo ad avere fiducia nel lavoro della magistratura - ha dichiarato Dino Di Palma, presidente della Provincia di Napoli -; e pertanto sono convinto che, alla fine di questa vicenda, si dimostrerà l'estraneità del presidente Bassolino rispetto ai capi d'imputazione». «Ho conosciuto Antonio Bassolino - ha proseguito Di Palma - come persona profondamente onesta e dotata di grande senso delle istituzioni; una persona che non si è mai risparmiata nel duro lavoro quotidiano per Napoli e per la sua regione. A lui, dunque, va tutta la mia solidarietà in un momento difficile». «Mi sento di lanciare agli inquirenti - ha concluso il presidente della Provincia di Napoli - un invito pressante: nell'interesse di tutti, si faccia presto nell'accertamento della verità». «La notizia della richiesta di rinvio a giudizio per Antonio Bassolino ci addolora», il segretario regionale dei Ds della Campania, Enzo Amendola. «Il rispetto per l'operato della magistratura che da sempre caratterizza le posizioni dei Ds, non diminuisce il nostro dispiacere per un episodio sul quale siamo certi verrà fatta presto chiarezza», aggiunge. «Siamo, allo stesso tempo, sicuri che Bassolino sarà perfettamente in grado di chiarire e difendere le sue ragioni e il suo punto di vista nelle sedi opportune. Per noi restano in ogni caso un punto fermo i principi garantisti, he devono essere validi sempre e per chiunque e quindi anche per Antonio Bassolino a cui va, in queste ore difficili, la nostra solidarietà», conclude Amendola. 31/07/2007 www.unita.it
Dire non basta, poiché le parole che non si traducono in azione " sono portatrici di pestilenza"
William Blake